Intenso, partecipato, profondo.
Tre parole per descrivere il seminario sulla Lode e l’Adorazione tenutosi alla Fondazione Cantonuovo di Siena il 25 e 26 maggio 2019, arricchito dall’anteprima del nuovo album Canto Nuovo (leggi) eseguita durante uno straordinario momento di lode, con le musiche suonate dal vivo da Fabrizio Tiezzi alle tastiere, Angela Tancredi voce, Daniele Natrella alla batteria, Davie Costantini al basso e Lorenzo de Angelis alla chitarra.
É stato un dono prezioso. Una lode in tri-dimensione, perché tridimensionale è la relazione e l’interazione che si è generata tra Dio, chi suona a Dio e chi loda Dio, favorito dalla musica e dal canto.
“La lode è il frutto di labbra che confessano il nome santo di Dio” ha spiegato Maurizio Tiezzi nei suoi insegnamenti sull’argomento. Chi ha ricevuto Dio, accogliendolo nella sua vita loda, pronuncia il Suo nome in un “modo nuovo”.
“Non ricordate più le cose passate, non pensate più alle cose antiche! Ecco, faccio una cosa nuova: proprio ora germoglia, non ve ne accorgete? Aprirò anche nel deserto una strada, immetterò fiumi nella steppa. Mi glorificheranno le bestie selvatiche, sciacalli e struzzi, perché avrò fornito acqua al deserto, fiumi alla steppa, per dissetare il mio popolo, il mio eletto. Il popolo che io ho plasmato per me celebrerà le mie lodi (Isaia 43, 18-21).
La creazione dà gloria a Dio, dunque, perché Egli ha fatto cose nuove. Ha dissetato il popolo che si è scelto , che ha formato e proclamerà le sue lodi. Il cantico spirituale, la lode che sgorga dal cuore puro è dunque un canto nuovo perché celebra la cosa nuova che Dio ha fatto. “Dio ti ha plasmato perché tu gli cantassi un canto nuovo, un canto di lode”, afferma con forza Maurizio.
Come l’uomo può arrivare a innalzare un canto nuovo a Dio? Cos’è un canto nuovo? Da dove scaturisce? E’ un processo di trasformazione dal vecchio al nuovo che ci fa apprezzare quanto Dio è grande, giusto, onnipotente tanto che io – uomo – non posso fare a meno di lodarlo… è il germogliare di una nuova creazione. E come dice il profeta Isaia: “Proprio ora germoglia, non ve ne accorgete?”
La lode esprime il senso di gratitudine e di appartenenza alla nostra sorgente: Dio. E’ il senso di appartenenza a un popolo nuovo che si riconosce totalmente dipendente da Lui.
Il principio dell’adorazione è la potenza del trasferimento.
Trasferire a Lui la nostra vita, completamente. Dichiararsi dipendente da Lui, prostrarsi a Lui, sentire e proclamare che senza di Lui siamo nulla. Così diamo il nostro consenso affinché Egli prenda in mano la nostra vita. Al contrario, se mi considero la fonte della mia vita, impedisco che a Lui passi il merito della vita stessa.
Riconoscendo in Lui, dunque, la sorgente della vita, delle nostre facoltà e di ciò che abbiamo e di ciò di cui abbiamo bisogno, trasferiamo a Lui il merito di tutto, ci dichiariamo di sua proprietà, come un figlio che si dichiara dipendente dal padre, in una sottomissione gioiosa e nella fiducia.
“Ti lodo ora, quando ancora non ho visto quello che hai fatto.” Dio è Re e, in quanto Re, non esita in tal modo a prendersi cura dei sui cittadini, di chi lo ha riconosciuto come il Re della sua vita. Ecco la potenza del trasferimento da noi a Lui di ogni cosa. Ecco la potenza del nuovo che germoglia. Ecco la fonte del Canto Nuovo e dei prodigi che Dio può operare nelle nostre vite.
Canto Nuovo è una nuova esperienza di lui, della quale abbiamo bisogno per cantare a Lui. “Se non fossi nella fossa dei leoni e tu mi avessi salvato non potrei cantare a te la mia lode”. Ecco il grido della lode, della nuova esperienza di Dio. E’ il grido che trasferisce a Dio l’esperienza nuova che di lui abbiamo fatto. Ciò non avviene né su un monte né a Gerusalemme: si adora Dio in Spirito e Verità perché c’è una nuova conoscenza di Dio nella nostra vita. Da ciò scaturisce anche un nuovo modo di vivere teso a mostrare la grandezza di Dio attraverso la nostra vita.
Gesù è un grande esempio di lode. Nella sua vita quotidiana rendeva continuamente grazie a Dio, dicendo a chi lo interrogava sui suoi prodigi che era Lui, suo padre, che faceva ogni cosa e ogni prodigio. Non era suo merito ciò che faceva. Gesù rendeva grazie al padre in ogni momento e lo invocava come sorgete delle sue opere e parole. Lui era un vero adoratore. Un esempio per ognuno di noi per passare dalla vita vecchia alla nuova.
Il Signore ti ha scelto – sottolinea Maurizio Tiezzi parlando a ciascuno dei presenti, al loro cuore – perchè tu fossi uno strumento di lode e adorazione su questa terra. Non per tuo merito fai parte del suo popolo nuovo, ma per la sua chiamata, cui hai risposto sì.”
Dio ci inviata a fermarci e vedere che stiamo passando dalla vita vecchia alla nuova. Vedere che la piantina sta germogliando, ora. “Siete una stirpe eletta. Un sacerdozio regale, una nazione santa, un popolo speciale che Dio si è acquistato perché proclamiate le lodi di colui che vi ha chiamati dalle tenebre alla sua luce meravigliosa” (1Pietro 2-9).
“Come mi accade molto spesso negli incontri a Cantonuovo – dice Giordano dopo il seminario sulla Lode e l’Adorazione – porto a casa una perla di sapienza che torna a brillare in me: il richiamo a rimettere Dio al di sopra di me stesso. DIO È DIO! e lo sento di nuovo con forza dopo gli insegnamenti e la guida di Maurizio. E’ il Signore il proprietario della mia vita e di quanto essa contiene. Solo a questi adoratori, cioè agli uomini che si sottomettono completamente alla Sua volontà, Lui ha promesso la sua presenza.”
Per Fines l’esperienza intensa della lode insieme durante il seminario di Siena è stata una grande opportunità per comprendere “che lodare il Signore è un desiderio naturale ed è lo stesso sentimento che esprimono tutti i figli di Dio. Infatti, durante il seminario, in questo momento di vita interiore, eravamo un tutt’uno – racconta Fines – Tutto questo è un dono di Dio, grazie allo Spirito Santo che vive in noi, possiamo adorare e glorificare il nostro Re Yeshua”.
“Il programma di recupero di Dio di ciò che gli era stato tolto a causa del peccato è il giubileo di Dio – conclude Maurizio Tiezzi -, che torna in possesso di ciò che è suo, come per diritto di creazione. Tutto torna a lui, come prima, nel giubilo del Signore. La lode ci riporta in questa dimensione, lo ringraziamo lo riconosciamo come origine di tutto e prendiamo il nostro incarico di portare il suo regno sulla terra potenza di distruzione delle opere del maligno nella vita di tutti coloro che Dio ti affida. Sei strumento di giustizia di Dio e quando ciò avviene è giubilo in cielo!