La bella notizia che ho portato con me dopo il seminario sulla Santità di Dio, svoltosi nel novembre 2019 alla Fondazione Cantonuovo è che noi siamo destinati a essere santi e abbiamo tutte le prerogative per diventarlo. Senza fatica, senza sforzo.
Come è possibile questo?
Per il sacrificio e la resurrezione di Gesù che è venuto ad abbattere il muro di separazione tra noi e Dio per consentirci di essere partecipi della sua natura e di vivere con la sua santità.
Il Santo è venuto a dimorare in noi
Gesù è Dio che è venuto ad abilitare alla santità sulla terra chi si vuol affidare completamente a lui. L’intento di Dio è crearsi un popolo nuovo e santo che manifesti la sua vita divina sulla terra; che ognuno passi attraverso un processo di trasformazione personale dove le virtù umane possano “naturalmente” esprimere con purezza gli attributi divini per regnare oggi nella vita e, nell’eternità, sul creato insieme al Signore.
E’ il cielo che è venuto sulla terra e non il contrario come alcuni, purtroppo anche cristiani, pensano. Infatti, molti sono ingannati dall’illusione che possono aspirare al premio in cielo solo se sulla terra si sforzano di fare i bravi, di fare sacrifici e cose del genere.
Niente di tutto questo, ci spiega Maurizio Tiezzi argomentando con la Bibbia i suoi insegnamenti – che ci portano all’essenza e alla verità del messaggio cristiano e ci spingono anche a essere attivi in quanto Popolo di Dio.
Con la rottura dell’alleanza con Dio praticata da Adamo, l’uomo è rimasto separato da Dio e non poteva vivere come lui vuole, in santità e giustizia. Il vecchio testamento può rappresentare se vogliamo un “libro dei sogni infranti”: pur volendo, l’uomo non poteva essere santo perché non aveva lo Spirito di Dio in sé. Oggi non è più così perché il “Santo” è venuto a dimorare in noi grazie al sacrificio di Gesù, dandoci la capacità e l’imprinting per essere come lui.
Dio ci chiede di portare le virtù umane a un livello altissimo.
E possiamo farlo. Per questo Gesù è venuto, per riammetterci alla presenza del Padre, togliendo quel muro di separazione che il primo uomo Adamo aveva necessitato. Gesù è il secondo uomo, il capostipite di una nuova stirpe, di una nuova creazione di persone uguali a lui. È il desiderio e il riconoscere di appartenere a lui, di essere trasformati a sua immagine, di condividere la sua vita santa che ci porta alla comunione con lui. Non una religione o precetti da seguire.
Dio è santo!
Dio è santo per natura (identità), in quanto separato dalla creazione perchè creatore. Dio è santo per comportamento (personalità e carattere), perché la sua natura si esprime come giustizia, rettitudine morale assoluta e potenza soprannaturale che fa il bene.
La santità di Dio puoi vederla quando si manifesta la sua gloria nella tua vita, quando la presenza di Dio impatta la nostra esistenza. Perché Gesù è la gloria del Padre e gli uomini sono la gloria di Dio sulla terra. Forte è l’impatto sulla terra della potenza che esce dalla santità. Dio vuole che la sua santità sia vissuta sulla terra dai suoi figli.
Sembra incredibile guardando all’uomo oggi e al mondo attuale, ma “quando accogliamo Gesù, la santità diventa un attributo della nostra natura e del nostro carattere. Il processo di santificazione inizia quando ci lasciamo trasformare dallo Spirito Santo. –afferma Maurizio Tiezzi – Quando accettiamo Gesù, la sua giustizia ci viene attribuita. Da lì in poi inizia un percorso per cui possiamo viverla ed esprimerla. La santità potenziale si unisce così alla nostra vita e diventiamo spiritualmente una sola cosa con lui, ma sta a noi poi esprimerla compiendo le opere giuste”.
Il processo di santificazione: Giustizia – Santità – Giustizia
Giustizia – Santità – Giustizia sono le parole e il percorso chiave. Come? Prima siamo investiti della sua giustizia. Questa ci apre alla via della santità di Dio in noi. La santità ci permette poi di applicare la sua giustizia nella nostra vita.
La santità ha il fondamento nella comunione con Dio, Dio ci addestra correggendoci per renderci santi e metterci al servizio della giustizia.“Parlo con esempi umani, a causa della debolezza della vostra carne. Come avete messo le vostre membra a servizio dell’impurità e dell’iniquità a pro dell’iniquità, così ora mettete le vostre membra a servizio della giustizia per la vostra santificazione.(Rm 6.19)). Così entriamo nel nostro destino, la vita eterna. “Ora invece, liberati dal peccato e fatti servi di Dio, voi raccogliete il frutto che vi porta alla santificazione e come destino avete la vita eterna” (Rm 6.22).
Processo di santificazione è lasciarsi trasformare dallo Spirito Santo. Quando senti che certe cose non riesci più a farle è perché lo Spirito Santo, che ha portato la nuova natura che dimora in te, ti spinge a questo processo di santificazione, nella libertà della tua adesione continua. La cosa straordinaria è che non ti sforzi di essere migliore, ma persegui la giustizia perché non riesci a fare altrimenti. E’ l’azione naturale del seme divino in noi. Quando poi ci ribelliamo, se ci ravvediamo, abbiamo ancora la possibilità di chiedere perdono al Signore, di essere perdonati in virtù del sacrificio espiatorio di Gesù e di essere rimessi in “carreggiata”.
Come si coniugano le qualità di Dio con il nostro essere umani
Proprio davvero non dobbiamo fare nulla? Qualcosa dobbiamo fare, perché se Dio dimora in noi e la sua purezza dimora in noi, abbiamo l’occasione di cambiare e di farci trasformare.
Lo spirito umano si rinnova in un microsecondo, ma non l’anima, la nostra propria personalità. Sta a noi rendere possibile il processo di cambiamento dell’essere umano, di abbattimento delle nostre convinzioni delle fortezze della mente e di abbandono delle modalità che abbiamo imparato per sopravvivere senza Dio in questo mondo. Questo solo è il processo. Niente sforzi per essere santi perché già abbiamo in noi, che abbiamo accolto il Signore Gesù, una nuova natura, che è santa. Aprendo la nostra vita a Lui, egli ci libera da tutto ciò che impedisce la manifestazione della sua santità in noi, affinché possiamo fare cose sante, quelle opere buone che Dio ha predisposto per noi perché le compissimo: in altre parole, la sua volontà per noi.
Per questo però abbiamo bisogno di potenza; la potenza ce la dà lo Spirito Santo quando dimoriamo in Gesù; è la potenza della nuova creazione che si manifesta sulla terra attraverso gli esseri umani per distruggere le opere del diavolo.
Dio ci parla
In Ebrei 12,14 si dice: “Cercate la pace con tutti e la santificazione, senza la quale nessuno vedrà mai il Signore”. Maurizio Tiezzi ci incoraggia in questo: “La nuova vita di Dio dentro di noi ci parla”. “Se rimanere in me e le mie parole rimangono in voi…” (Gv.15,7). Le sue parole muovono dalla parte più intima di noi e possiamo distinguere che non sono le nostre. Quando ci parla, Dio lo fa con parole da lui comunicate, da noi intuite sul momento, dalla nostra intelligenza decodificate per poterle mettere in pratica.
Dio ci trasforma
2Corinzi 3.18 “E noi tutti, contemplando a faccia scoperta come in uno specchio la gloria del Signore, siamo trasformati nella stessa immagine di gloria in gloria, come per lo Spirito del Signore”. La croce mette a morte il peccatore, la resurrezione ci abilita alla nuova vita che lo Spirito Santo porta in noi e così veniamo trasformati di gloria in gloria a sua immagine.
Dio diventato uomo ha preso su di sé il nostro essere peccatori e i nostri peccati, i nostri dolori e le nostre malattie. Morendo sulla croce per poi risorgere a nuova vita, ha distrutto la fabbrica del peccato, (il peccatore) dandoci una nuova natura. Sta a noi fuggire il peccato lasciando che in noi viva la nostra nuova natura per la potenza dello Spirito Santo, dimorando nel Messia Gesù mentre cerchiamo per prima cosa il regno di Dio e la sua giustizia.
E’ la via della vita!
Giordano ci affida la sua testimonianza dopo il seminario sulla santità di Dio:
“Del seminario che mi sono appena lasciato alle spalle, che trattava della SANTITÀ di DIO e del carattere dei santi, mi risuona ancora all’orecchio il comando di Dio, rivolto a coloro che hanno a cuore di far parte della sua Nazione Santa e di vederlo manifestato nella propria vita terrena: “Siate santi, perché, IO, vostro Dio… sono Santo!”
Perché tutti i credenti, penso, possono aver letto e trovato pacifico pensare che il nostro Dio è Santo, infatti lo proclamiamo con franchezza nelle nostre lodi, lo annunciamo con sincerità nelle testimonianze agli uomini.
Già un qualche sforzo in più di fiducia e di cambiamento della nostra mente ci necessita, solitamente, per arrivare a capire che quelli che gli appartengono sono chiamati (nella vita presente) santi SOLO PER GRAZIA; in virtù, cioè, della santità del nostro Signore Gesù, il quale, con un corpo simile a quello del peccato, si è fatto sulla croce PECCATO, pur avendo vissuto su questa terra (Lui, sì) senza peccato, affinché si potesse applicare, agli occhi di Dio, quella morte di croce come morte al peccato per tutti gli uomini.
Ma, quello che ha fatto tremare il mio cuore ed ha sollecitato il timore di Dio è stato riconoscere poi, l’inganno in cui incappiamo di frequente nella pratica quotidiana, che porta come conseguenza quella “dissociazione” tra la santità… e chi manifestiamo di essere; tra la giustizia.. e come agiamo; tra la purezza di cuore ..e come ci relazioniamo con gli altri.
Quello SCOLLAMENTO, come lo ha chiamato Maurizio Tiezzi, tra l’avere il Santo IN noi e… i frequenti sussulti o le non-governate prevaricazioni della nostra carne, dalle più piccole fino alle più estreme come la superbia.
Mi è venuto da pensare che viviamo in un tempo in cui, lasciando perdere tutta quella parte di mondo che si è compiaciuta a credere nell’inesistenza di un Dio Creatore e Vivente; per il resto, molte “culture” di coloro che si dicono credenti in Dio, sembrano andare da un idea del Babbo Natale cosmico a quella che tratta Dio come l’amico del bar, a cui ci si rivolge “con pretesa o gli si dà le pacche sulle spalle”.
Grazie a Dio non dappertutto è così e grazie a Dio che, a volte, ci fermiamo a riflettere sul peso pieno delle affermazioni contenute nella Sua Parola rivelata: DIO È SANTO… e non ammette il peccato.
È tremendo in questo!
Giusto e irreprensibile!
È per questo motivo che quelli che gli vogliono appartenere sono chiamati sì santi, ma solo perché il Re ce ne ha fatto grazia (la sua parte Dio l’ha già fatta); ora però tocca a noi fare la nostra parte, che è quella di lasciarci trasformare, in un processo di santificazione, per arrivare ad essere simili al carattere di Gesù ed arrivare a vedere Dio (vedere già da ora la Sua manifestazione reale nella nostra vita e nell’agire quotidiano).
Aver avuto modo di riflettere su questo mi ha subito richiamato alla fedeltà, ha sollecitato la mia volontà a ricercare prontamente l’affidamento e l’ubbidienza, a perseverare nel farmi scrutare da Dio nel segreto del mio cuore, per dar modo di dispiegarsi, attraverso il perdono di Dio e la rinunzia a ciò che è venuto alla luce, a quel processo di santificazione che ci viene offerto amorevolmente dall’opera dello Spirito Santo.
Ho sentito dire da uomini fedeli a Dio che: “L’uomo spirituale si affida completamente a Dio ed è pienamente soddisfatto di ciò che Dio gli dona al momento; il vero discepolo opera in completa obbedienza alla sua Parola”.
L’uomo psichico, al contrario, si affida alle proprie forze, si fa superiore a Lui, desiderando ciò che Dio non richiede… l’indipendenza.
Pertanto la nostra salute spirituale sarà determinata da quanto permettiamo che IL SANTO viva in noi! vale a dire, da quanto ci affidiamo a Dio, dal nostro livello di fedeltà alla sua Parola e dalla misura in cui ci lasciamo trasformare dalla guida dello Spirito Santo”.