La potenza della lode.
Con il mio no alle vie di giustizia personale e percorrendo quelle del Signore, ho ritrovato la pace nel cuore e risolto il mio problema.
In questi anni di cammino insieme al Signore ho potuto sperimentare tante volte la potenza della lode e la sua capacità di cambiarmi interiormente e di cambiare le situazioni intorno a me, anche le più difficili.
L’ultimo di questi episodi è avvenuto nel periodo di lockdown per il covid-19 quando ho potuto lavorare in smart working, seguendo anche a casa mio figlio alle prese con video-lezioni, compiti e tesine per esami.
Dopo la prima fase di questo periodo, però, il mio dirigente ha scritto al personale chiedendo di ritornare a lavorare in sede, malgrado le disposizioni che permettevano alle aziende di proseguire il lavoro in smart working. Sentivo la decisione profondamente ingiusta, ero molto amareggiata, arrabbiata e preoccupa anche di non poter seguire miofiglio. Ho cominciato a pensare come poter fare: se parlare con il dirigente, se informarmi altrove sui miei diritti, se… se… finendo così per intaccare la mia serenità, intrappolata in questa situazione e nell’incapacità di capire quale fosse la via.
Consapevole di ciò, ho sentito il desiderio di lodare il Signore, di sentirlo vicino e di non essere distratta da lui. Non volevo che ciò che accade intorno a me potesse togliermi la pace e la capacità di essere in comunione con lui.
Ho iniziato a lodarlo, senza chiedergli nulla, ma solo per esprimergli il mio amore e gratitudine e per rimetterlo al primo posto nella mia vita e nel mio cuore.
Ho sentito le mie emozioni trasformarsi a poco a poco e si sono affacciati nel mio cuore la pace e l’affidamento a Lui. Ho sentito così, chiara e forte, una spinta a voler rispettare comunque questa disposizione anche se per me non era giusta.
Ho sentito le sue parole di Gesù “Date a Cesare quel che è di Cesare e una spinta a non percorrere vie di giustizia personale ma di rispettare le nuove disposizioni. Ciò ha messo subito pace nel mio cuore riguardo a questa situazione.
L’indomani, sono riuscita a parlare in serenità con il dirigente facendo presente le mie difficoltà ottenendo una riduzione del turno per qualche giorno. Ho ringraziato il Signore, soprattutto per la pace che avevo acquisito, per l’affidamento a Lui e per quel risultato.
Qualche giorno dopo, insieme ai miei fratelli del Cantonuovo, ci siamo ritrovati per la lode e durante questi momenti di preghiera mi è salita la consapevolezza su alcuni miei atteggiamenti e parole, durante la chiacchierata con il mio dirigente, che sarebbero potuti essere diversi. Ho ringraziato il Signore perché me lo stava facendo vedere e ho chiesto perdono di questa mia modalità che ancora mi vedeva un po’ protagonista e alla guida delle situazioni.
Gli ho chiesto perdono dal profondo del cuore e di liberarmi dal controllo, dalla difficoltà di abbandono completo a Lui. Poco dopo, mentre stavamo ancora pregando, è arrivato un messaggio WhatsApp del mio dirigente che diceva che i vertici avevano deciso diversamente, congelando la sua disposizione, in attesa di un provvedimento generale per tutti i servizi dell’ente.
È stato un momento bello, straordinario, di grande e profonda emozione, non perché avessi ottenuto totalmente ciò che desideravo, ma perché avevo ancora una volta avuto dimostrazione di come il Signore sia vivo e presente nella mia vita, di come lui vive in noi, di come ci prende per mano, ci guida, ci ama, ci corregge e ci trasforma con dolcezza e con amore. Questa è la potenza della lode. E’ la potenza dello Spirito Santo e della comunione con il nostro Signore Gesù Cristo.