La sete di apprezzamento e di potere sulle persone, l’amore per il denaro e per la ricchezza materiale, che spinge ad avere le cose per essere sicuri di poter sopravvivere, sono alcuni dei motori che l’inganno satanico ha posto nel cuore degli uomini che vivono secondo la natura corrotta che abita in loro.
Per ottenere questi risultati molte persone, la maggior parte inconsapevolmente, mettono in atto strategie molto efficaci, sostenute dalla potenza del maligno che così può operare per distrarre e distruggere gli esseri umani.
Yeshua disse che una di queste strategie è l’ipocrisia religiosa. Essa è come un lievito che corrompe irrimediabilmente coloro nei quali viene inserito. Ipocrita è chi simula virtù che non ha per guadagnarsi la fiducia e la benevolenza delle persone. Un attore che predica bene, ma razzola male. Cioè finge di essere virtuoso, impone uno standard agli altri come se fosse il volere di Dio, ma lui stesso non lo osserva, pur fingendo di farlo in modo esemplare. Questi standard non lasciano scampo a nessuno sia perché sono arricchiti di obblighi e imposizioni creati dagli ipocriti per rendere gravose sulle persone le “loro” prescrizioni spacciate per volontà divina; sia perché gli ipocriti religiosi si fanno forti di titoli e funzioni religiose che solo i “prescelti” a loro avviso possono avere e svolgere. L’ipocrisia religiosa ha lo scopo di far vivere le persone nella paura, per poterle controllare e manipolare. Sapientemente, di tanto in tanto, l’ipocrita allarga ad arte le maglie di alcuni permessi per dare un minimo sollievo a chi è “pasta per il suo lievito”. E’ così che, se fai tutto bene e segui l’esempio dei “farisei”, forse avrai il perdono di Dio e dopo la morte la vita eterna. Intanto devi fare quello che ti viene “comandato” nel nome di Dio e temere i potenti della religione.
Yeshua avverte che ogni finzione teatrale, ogni ipocrisia sarà rivelata e che ogni bestemmia contro lo Spirito Santo non sarà perdonata. Al contempo, indica la via sicura: temere Dio, riconoscere il Messia davanti agli uomini, fidarsi dello Spirito Santo per quello che dovremo dire quando saremo accusati ingiustamente. Al contrario dell’ipocrita, infatti, chi vive secondo verità sa che la sua vita dipende da Dio, vuole che tutti riconoscano il re Yeshua ed è consapevole che per la sua fede vissuta sinceramente non potrà piacere a tutti, né ciò ricerca. (Lc. 12, 1-12).
Una seconda strategia che Yeshua descrive è quella dell’accumulo delle ricchezze. Non fa i conti con la morte chi vive per avere sempre di più e godere del frutto del suo accumulo, spesso ammantato di dignità perché chiamato “lavoro” e “reddito”. Yeshua avverte che è sprecata la nostra vita se guidata dal nostro egoismo a produrre, custodire e ammassare ricchezze. Infatti, il momento di goderne può non giungere mai, perché possiamo morire in ogni istante. Una recente statistica riporta che nel mondo quasi due persone muoiono ogni secondo, ogni minuto ne muoiono 105, ogni ora 6.316, 151.600 persone muoiono ogni giorno e 55,3 milioni ne muoiono ogni anno. E’ dunque possibile che ogni giorno sia il nostro non solo per morire, ma anche e conseguentemente per comparire davanti a Dio, per essere da lui giudicati sulla base di come abbiamo vissuto sulla terra il tempo che ci è stato dato.
Che pensiero profondo la morte, il giudizio di Dio e la nostra destinazione eterna!
A tale proposito, può aiutare pensare che, a fronte di tutte le ricchezze che uno ammassa per goderne per molti anni, riposandosi, mangiando, bevendo e divertendosi, molte persone ne sono private. Tali risorse restano ammassate nei conti dei ricchi avidi e avari, per il loro domani e per i loro discendenti, a danno di chi ne ha bisogno per vivere oggi. La verità è che tutto appartiene a Dio e che quindi niente di quel che ci è dato è nostro. Siamo amministratori delle ricchezze di Dio e siamo chiamati ad amministrarle con fedeltà allo scopo per il quale Dio stesso le ha messe a nostra disposizione.
Nel regno di Dio, al contrario, si amministra un bene distribuendolo, per conto e nell’interesse del re Signore, a coloro che nel suo regno ne hanno bisogno in quel momento, affinché il fiume delle risorse scorra, nessuno sia nel bisogno, il benessere tra i cittadini del regno sia comune e il loro Re ne abbia gloria perché ha provveduto attraverso i suoi amministratori. Quando moriremo, saremo ricchi davanti a Dio, o avremo accumulato tesori in terra per noi? E quello che abbiamo ammassato, di chi sarà? L’egoista perde sempre, specialmente dopo morto (Lc. 12, 13-21).
Una terza strategia che Yeshua descrive è quella dello stare in ansia per la nostra vita e per le cose che ci servono per viverla. In realtà, questa situazione interiore dell’uomo è spesso fondamento e causa di quella descritta sopra: l’accumulo di ricchezza. La paura di non avere le cose che ci servono per vivere, genera l’illusione che se ce le procuriamo con le nostre forze possiamo esorcizzare il terrore della morte. L’ansia per la vita è un meccanismo infernale. E’ una paura generalizzata di quello che può succedere se non si provvede in qualche modo. Essa genera una preoccupazione logica, irresistibile e infallibile. L’ansia del non avere è qualcosa che non possiamo né controllare, né soddisfare. La paura di non avere beni, se assecondata, blocca la persona nel copione di vita che ha scelto per sopravvivere in questo mondo pericoloso. Così nasce il desiderio di procurarsi più tempo da vivere rispetto a quello che il creatore ha stabilito. E anche di viverlo senza mancare di niente. E’ così che, subdolamente, la paura di non vedere i bisogni primari soddisfatti trova rassicurazione non in Dio, che è padre buono e che provvede, ma nell’uomo che si ritiene capace e “costretto” a procurarsi da solo vita, protezione, risorse, benessere. . Nasce così l’esaltazione della capacità umana di provvedere a se stessi e di dichiararsi artefici della propria vita. Del resto, perfino la vita artificiale è ormai all’orizzonte. La follia dell’uomo che vuole farsi come Dio sta giungendo al suo culmine e risuonano le parole che in Isaia 14,13-14 sono attribuibili al diavolo “io salirò in cielo, innalzerò il mio trono al di sopra delle stelle di Dio; mi siederò sul monte dell’assemblea … salirò sulla sommità delle nubi, sarò simile all’Altissimo”.
Il Messia ci ha avvertito: quelli che vivono come se Dio non ci fosse cercano di procurarsi tutte queste cose mentre il Padre celeste, che sa che ne abbiamo bisogno,, vuole provvedere egli stesso. Yeshua invita quindi ciascuno a riordinare le proprie priorità secondo le priorità di Dio stesso – il suo regno e la sua giustizia – perché le cose sono date da Dio in aggiunta. In altre parole, se viviamo per l’aggiunta, perdiamo il regno che, ora e nell’eternità, ci garantisce la vita con Yahuah, vissuta secondo la sua volontà (Lc. 12, 22-34).
Queste per noi possono essere dunque utili riflessioni finali:
- Stiamo vivendo come ipocriti religiosi, avidi di ricchezze e impauriti di rimanere senza le cose, oppure come cittadini del regno celeste timorosi di Dio, ricchi davanti a lui e con un tesoro inesauribile nei cieli?
- Sappiamo che al Padre è piaciuto darci il suo regno, oppure tentiamo di costruirne uno tutto nostro a danno degli altri, che vogliamo sottomettere con l’ipocrisia, impoverendoli con l’avidità e trascurandoli per paura?
- Vigiliamo nell’attesa che il Signore ritorni e siamo pronti in ogni momento a presentarci davanti a lui?
- Eseguiamo con fedeltà e prudenza il nostro incarico sulla terra, o viviamo per soddisfare i nostri piaceri dominati dall’egoismo, dalla giustizia personale e dell’amor proprio (Lc. 12, 35-48)?
Possa lo Spirito Santo illuminare la nostra coscienza e possiamo noi accettare la sua guida sulla via della vita. Poiché chi non è guidato dallo Spirito di Dio, costui non è figlio di Dio (Rm. 8,14), né erede del suo regno (Gal. 5, 19-21).